Rifiuto o revoca dal permesso di soggiorno
Come gestire il rifiuto o revoca del permesso di soggiorno
A volte può succedere che ci sia da parte delle autorità competenti il rifiuto o revoca del permesso di soggiorno. La notifica viene inviata dalla q Questura una comunicazione (tramite Raccomandata A.R. o a mani tramite un agente di polizia) intitolata “Comunicazione ai sensi dell’art. 10 bis legge 7 agosto 1990, n. 241 e succ. mod. e integr.”
I requisiti per l’ottenimento del permesso di soggiorno, sia che si tratti di rinnovo che di prima istanza di rilascio, debbono sussistere per tutta la Durata del soggiorno in Italia.
In caso di rifiuto, diniego o revoca del permesso di soggiorno è necessario prendere immediatamente dei provvedimenti.
É fondamentale che se ricevi questa notifica ti rivolga ad un ad Avvocato Immigrazione infatti la legge concede un termine di solo 10 giorni per presentare un atto con il quale possiamo ribaltare la decisione della Questura.
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È difficile e complicato avere a che fare con la burocrazia italiana per questo ci siamo qui noi, per aiutarti e guidarti passo passo nel percorso per ottenere ciò di cui hai bisogno.
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In quali casi vi è il rifiuto del permesso di soggiorno a Roma
Il rifiuto del permesso di soggiorno viene disposto dalla Questura se, al momento del rinnovo del permesso o del primo rilascio, mancano taluni dei requisiti richiesti per l’ingresso e il soggiorno in Italia, a meno che vi siano nuove condizioni che consentano il rilascio di un permesso di soggiorno di tipologia diversa da quello richiesto, o che si tratti di irregolarità Amministrative sanabili (come il pagamento del contributo di integrazione).
In base a quanto disciplinato dall’art. 5, comma 5 del Testo Unico sull’Immigrazione, la domanda di permesso di soggiorno presentata dallo straniero può essere rifiutata nel caso in cui vengano a mancare i requisiti necessari per il rilascio o il rinnovo dello stesso e, qualora ci fossero, ma venissero a mancare in un secondo momento, il permesso di soggiorno può essere revocato, qualunque sia la sua tipologia.
Inoltre, quando lo straniero non soddisfa le condizioni richieste per il soggiorno in Italia o in uno degli Stati membri dell’Unione europea, il rifiuto o la revoca del permesso possono avvenire sulla base di convenzioni o accordi internazionali che siano esecutivi in Italia, a meno che non ci siano gravi motivi o motivi umanitari.
In sintesi i casi possono essere i seguenti:
- mancato possesso dei requisiti;
- se il richiedente si è trattenuto fuori dall’Italia per oltre la metà della Durata del soggiorno, salvo cause di forza maggiore;
- se il richiedente rappresenta una minaccia concreta e attuale per l’ordine pubblico o la sicurezza nel territorio Italiano o uno dei Paesi con cui l’Italia abbia sottoscritto accordi per l’eliminazione dei controlli alle frontiere interne e la libera circolazione delle persone;
- nel caso di permesso per motivi di famiglia, il permesso di soggiorno viene revocato se è accertato che l’adozione o il matrimonio hanno avuto luogo allo scopo di eludere le norme in materia di ingresso e soggiorno in Italia.
In quali casi vi è la revoca del permesso di soggiorno
La revoca, invece, presuppone il caso di un permesso formalmente valido, ma da cui affiora una differente valutazione del motivo che ha portato al rilascio del permesso. Ad esempio è il caso di permessi ottenuti mediante falsificazione dei documenti, o di false generalità, o la presenza di sentenze passate in giudicato che prevedono come pena accessoria la revoca del permesso di soggiorno.
Nel caso in cui vengano a mancare i requisiti relativi ai mezzi di sussistenza perché si perde il lavoro, non è prevista la revoca. In questo caso, alla sua scadenza, il permesso di soggiorno verrà Rinnovato per un periodo di un anno massimo, previa iscrizione nelle liste di collocamento da parte del cittadino straniero.
In quali casi vi è il diniego del permesso di soggiorno a Roma
I motivi per i quali la richiesta di rilascio o di rinnovo del permesso di soggiorno possono subire un freno sono molteplici. Ad esempio la mancata presentazione dello straniero alla convocazione presso l’Ufficio Immigrazione della Questura di appartenenza, o la mancata integrazione della documentazione richiesta, sono elementi che possono dare origine alla lettera di avviso di Diniego.
L’avviso viene recapitato tramite raccomandata postale A/R, spedita all’indirizzo di residenza specificato nella domanda di permesso di soggiorno. L’Avviso di Diniego, tuttavia, non rende illecito il soggiorno, infatti si tratta di un atto che si verifica all’interno del procedimento, volto a dare al cittadino straniero l’opportunità di presentare entro 30 giorni dal ricevimento della comunicazione, delle integrazioni o controdeduzioni. Solo l’eventuale emissione del provvedimento definitivo di rigetto renderà illegittimo il soggiorno del cittadino straniero nel territorio nazionale italiano.
Ricorso contro il diniego del permesso di soggiorno
Il ricorso in caso di diniego deve essere presentato, a pena di decadenza, entro 60 giorni dalla notifica del provvedimento presso il tribunale amministrativo competente entro 60 giorni ad eccezione dei ricorsi che riguardano il diritto all’unità familiare che invece potranno essere proposti presso il Tribunale ordinario.
Lo straniero sarà comunque inespellibile fino a quando non trascorrano i 60 giorni.
Trascorsi i 60 giorni sarà importante richiedere al giudice la sospensione dell’eventuale provvedimento di espulsione adottato
Il diniego del permesso di soggiorno da parte della Questura dovrà comunque essere adeguatamente motivato, la situazione dell’interessato dovrà essere presa in considerazione nell’attualità, e non potrà essere astrattamente ricondotta al contesto legislativo bensì precisamente collocata nelle previsioni di legge.
Frequente è l’ipotesi in cui la Questura non decida sull’istanza di rilascio o rinnovo del permesso di soggiorno nei termini di legge. Scaduti i suddetti termini, lo straniero, finché perdura l’inadempimento e comunque non oltre un anno, può presentare ricorso – al Giudice amministrativo – avverso il silenzio, peraltro anche senza necessità della previa diffida.
Se hai ricevuto un diniego rivolgiti immediatamente agli avvocati del nostro Studio legale, che potranno assisterti nel ricorso avanti all’organo giudiziario competente.
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