Complice un processo di globalizzazione arrivato al suo apice e riguardanti tutti i settori, oggi è quasi indispensabile disporre della cittadinanza italiana per godere di vantaggi fiscali, amministrativi e tributari a prescindere dagli interessi nel Bel Paese.
Di pari passo a questo processo di globalizzazione, fortunatamente, è stato intrapreso un percorso di semplificazione per quanto riguarda le varie fasi per la richiesta e l’ottenimento della cittadinanza italiana. Nonostante ciò rimane comunque un iter valutativo lungo e per nulla scontato.
In particolare, dal primo luglio 2019 c’è stata una significativa rivoluzione in tal senso grazie ad un provvedimento emanato dall’Amministrazione Pubblica nel quale si chiariscono i vari passi da affrontare.
Complessivamente sono 7 fasi anche se le prime 2 sono assimilabili a un solo passaggio.
Le verifiche di istruttoria
Gli uffici coinvolti nel procedimento amministrativo per valutare una richiesta di cittadinanza italiana sono chiamati in questa primissima fase nel valutare e verificare le cosiddette istruttorie rispetto a tutti i documenti acquisiti.
Le istruttorie in gergo burocratico rappresentano la domanda in oggetto con tutti i documenti allegati richiesti. Entrando maggiormente nel merito, sarà compito della Prefettura valutare eventuali informazioni errate oppure insufficienti per poi darne conto al diretto interessato, richiedendo eventualmente un’integrazione per poter procedere in maniera positiva verso il buon esito della procedura.
È indispensabile che in questa fase siano evitati errori piuttosto sciocchi che purtroppo vengono commessi da persone non esperte come nel caso di una trascrizione non corretta dei dati identificativi sull’apposito modulo. Il rischio è di vedersi rigettata la richiesta per circostanze di poco conto.
Volendo sintetizzare, in questo prima passaggio burocratico si controlla la correttezza dei dati anagrafici, la presenza delle documentazioni richieste dalla procedura ma non si entrare nel merito. Possiamo definirla come una fase di scrematura durante la quale tutte le domande errate vengono rigettate mentre quelle incomplete restano in stand by con richiesta di integrazione che coinvolge direttamente il richiedente.
Gli accertamenti
La fase successiva prevede una serie di accertamenti che vengono effettuati su tutti gli elementi e i documenti che sono stati inviati dal richiedente ed eventualmente richiesti come integrazione dalla Prefettura durante le verifiche istruttorie. In pratica, si entra nel merito dei documenti ed è per questo che solitamente ci vuole un po’ di tempo prima che si possa andare avanti.
Spesso per riuscire ad accorciare i tempi sarà necessario procedere con un sollecito altrimenti il rischio è che le tempistiche possono allungarsi in maniera considerevole. Gli organi preposti dovranno, dunque valutare, nel merito le documentazioni a disposizione ed è per questo che la fase di accertamenti è quella cruciale affinché si possa decidere rispetto all’accoglimento oppure il rigetto della domanda.
Gli accertamenti prevedono anche l’incrocio di dati per evidenziare eventuali incongruità grazie alle moderne tecnologie digitali. Nulla viene lasciato al caso.
La fase di valutazione
Nella fase di valutazione vengono chiamati in ballo diversi organismi ed uffici che avranno il compito di occuparsi, secondo le proprie competenze, della valutazione di un determinato documento. L’ultima parola in questa fase spetta al Dipartimento della Pubblica Sicurezza che dovrà un po’ riassumere quanto emerso da tutta la valutazione per evidenziare un parere positivo o negativo.
Del resto, è fondamentale che per poter ottenere la l’accoglimento della richiesta di cittadinanza italiana e di qualsiasi altro paese del mondo, che il richiedente sia una persona non considerata un rischio per la comunità. Chi meglio del Dipartimento della Pubblica Sicurezza può esprimere un parere in tal senso.
Le valutazioni in questo caso vengono effettuate soprattutto tenendo in considerazione lo storico ossia una serie di dati contenuti in un apposito database in cui ci sono tutte le segnalazioni riguardanti il richiedente. Evidentemente qualora nel database dovessero esserci delle segnalazioni circa la pericolosità del soggetto, risulterebbe impossibile sperare di ottenere un avvallamento positivo in questa fase.
Naturalmente in caso di errore oppure di dati presenti nel database non corrispondenti alla realtà, bisognerà rivolgersi ad uno studio specializzato di assistenza e consulenza legale per migranti che sappia gestire correttamente la situazione per presentare eventuale ricorso e riproporre la domanda per l’ottenimento della cittadinanza italiana.
Purtroppo, informazioni inesatte sono all’ordine del giorno ma resta ben intenso che spetta al richiedente produrre prove concrete sull’errore altrimenti anche l’eventuale ricorso verrebbe rigettato.
Invio della procedura agli Organi competenti
Una volta ottenuto il parere positivo durante la fase di valutazione è evidente che ci siano tutte le premesse necessarie per l’ottenimento della cittadinanza italiana. Tuttavia, ancora non ci siamo, a conferma di come la procedura sia lunga e per nulla semplice nonostante le novità introdotte nel 2019.
Detto questo, la successiva fase è quella dell’invio della procedura agli organi competenti. In pratica, si tratta di una logica prosecuzione della precedente fase perché tutti gli uffici che si sono occupati delle valutazioni una volta accertato il parere positivo, devono inviare la comunicazione di quanto avvenuto agli organi preposti per completare l’iter burocratico.
Tuttavia, è importante rimarcare che nonostante si sia raggiunta questa fase non è ancora certo che la propria domanda possa essere al 100% accettata. Infatti, verrà comunque effettuata un’ulteriore valutazione da parte degli uffici coinvolti che potrebbero esprimersi in maniera dissidente rispetto agli uffici del precedente step e quindi procedere con la bocciatura.
Se invece in questa fase si ottiene un riscontro positivo di tutto l’iter, allora si potrà iniziare a festeggiare a patto che ci sia un nuovo parere positivo anche dal Consiglio di Stato. In pratica il decreto di concessione della cittadinanza italiana secondo quanto previsto dalla legge numero 91 emessa nel 1992 viene preparato per essere sottoposto all’attenzione del Ministero dell’Interno per poi inviare il tutto al custode della carta costituzionale che dovrà firmarlo. In parole povere stiamo parlando del Presidente della Repubblica a cui spetta questo onere e onore.
Invio della concessione di cittadinanza alla prefettura
Dopo la firma del Presidente della Repubblica è di fatto termina tutta la fase di istruttoria e valutazione della richiesta e si procede all’ufficializzazione della cittadinanza. Il documento viene trasmesso alle prefetture che dovranno occuparsi della relativa notifica. In particolare, dovrà essere informato il richiedente dell’esito positivo della sua domanda.
La notifica verrà effettuata tramite autorità consolare nel caso in cui il richiedente in quel momento abbia residenza all’estero. L’invio della notifica verrà effettuata presso l’Ambasciata competente mentre nel caso in cui il richiedente abbia già residenza in Italia si procederà con il successivo passaggio.
La comunicazione
La fase conclusiva è quella in cui, secondo quanto stabilito dall’articolo numero 10 della legge numero 91 dell’anno 1992, il richiedente riceve la comunicazione di aver ottenuto ufficialmente la cittadinanza italiana. In pratica succede che l’ufficio competente per questa fase dovrà occuparsi di assolvere tutti gli adempimenti affinché il richiedente possa ottenere il provvedimento favorevole.
In buona sostanza riceverà la notifica di conclusione del procedimento e dovrà recarsi di persona presso il Comune di residenza per procedere con il cosiddetto giuramento. Infatti, questo piccolo cavillo burocratico è indispensabile affinché venga ufficializzata la cittadinanza italiana conferita.
Anche nel caso di richiedente non residente in Italia, si dovrà ugualmente procedere con il giuramento anche perché viene previsto dalla procedura e dalla Costituzione. Resta da stabilire la sede visto che non c’è una residenza italiana e in questo può essere di prezioso aiuto un legale che conosce la norma.
Considerazioni finali
Nonostante le semplificazioni, è evidente che l’iter burocratico necessario per riuscire ad ottenere la cittadinanza italiana rimanga piuttosto tortuoso per cui è sempre opportuno rivolgersi ad uno studio specializzato.
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