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Decreto flussi 2023: come funziona e come fare domanda

Decreto Flussi 2023 pubblicato il 26 Gennaio

Ora è ufficiale il governo Meloni ha pubblicato in gazzetta il nuovo Decreto Flussi ed è quindi legge! La quota è maggiore rispetto a quella che era stata prevista dal decreto flussi 2022 dal governo Draghi ma il datore er procedere alla domanda dovrà prima verificare che non ci siano extracomunitari sul territorio italiano che possano assolvere la mansione prevista.

Puoi leggere il testo del decreto cliccando qui.

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Che cos'è il Decreto Flussi

Il Decreto Flussi 2023 è una norma che ormai annualmente viene votata dal Governo e, dopo essere pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, viene applicata per indicare e stabilire il numero degli immigrati che annualmente possono avere accesso al nostro Paese. 

All’interno di questo documento ufficiale, oltre alla dimensione del flusso migratorio, vengono stabilite anche le modalità con cui l’accesso deve avvenire, le sue motivazioni e, in primis, il comportamento che le aziende e i datori di lavoro devono mantenere nei confronti dei cittadini stranieri e di quelli italiani. Il primo motivo, infatti, che genera il trasferimento di così tante persone da stati stranieri al nostro è la ricerca di un lavoro oltre anche alle necessità di ricongiungimento familiare. 

Alla fine del 2022 è stato votato e accettato il nuovo Decreto Flussi 2023 che ha apportato delle grosse novità non solo in termini numerici, ma anche di obblighi da parte delle imprese italiane. Ne avevamo anticipato l’uscita in questo articolo Nuovo decreto flussi 2022 in arrivo.

Le regole da rispettare sono molte e spesso complesse perciò diventa fondamentale per aziende alla ricerca di nuovi operai, famiglie che hanno bisogno di collaboratori domestici o persone già trasferitesi all’interno del nostro paese e che vogliono finalmente ricongiungersi con i loro cari, rivolgersi a degli studi di consulenza specializzati in questo così delicato settore legislativo e burocratico.

Cosa afferma il nuovo Decreto Flussi 2023

Il nuovo Decreto Flussi 2023 è stato firmato il 21 dicembre 2022 ed ora si attende solo la sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale per diventare attivo. Come sempre accade, viene indicato il numero di migranti che potranno avere accesso nel nostro paese durante il nuovo anno solare appena iniziato. Si tratta di un quantitativo corposo: ben 82570 lavoratori che, a tutti gli effetti, avranno modo di intraprendere una carriera in Italia in svariati settori produttivi o dei servizi.

Una grande novità, però, che è stata introdotta con questa norma è l’obbligo da parte dei datori di lavoro e dei proprietari di azienda di verificare prima all’interno dei nostri confini nazionali la disponibilità di manopera. Solo nel caso in cui non fossero in grado di trovare lavoratori qualificati per lo svolgimento delle mansioni da loro richieste si potranno rivolgere ai lavoratori residenti all’estero.

Questo obbligo si è reso necessario per due motivi. In primo luogo proteggere e tutelare le persone già in Italia e alla ricerca di lavoro per evitare che possano essere scavalcate da chi, invece, risiede all’estero. In secondo luogo perché troppo spesso le aziende si sono rivolte a cittadini stranieri che si trasferivano nel nostro paese solo perché questi accettavano condizioni di lavoro e retribuitive inferiori e peggiori rispetto ai nostri concittadini.

Un’ulteriore importante novità che non deve assolutamente essere trascurata di questo decreto è anche il fatto che è stato incrementato il numero e la tipologia dei settori produttivi e dei servizi all’interno dei quali i lavoratori potranno essere impiegati. Un modo, anche questo, per agevolare molti più imprenditori del nostro paese spesso in difficoltà nel reperire manodopera.

Chi sono le persone regolamentate dal Decreto Flussi 2023

Le 82570 persone regolamentate dal Decreto Flussi 2023 rappresentano la quota massima di soggetti appartenenti a paesi esterni alla Comunità Europea che potranno avere accesso in Italia per intraprendere un percorso lavorativo come dipendente stagionale, determinato o indeterminato, o come lavoratori autonomi e liberi professionisti. 

Tutto ciò significa che non necessariamente si raggiungerà questo valore anche a causa della novità introdotta dal recente provvedimento secondo cui i vari datori di lavoro sono prima obbligati a verificare se, all’interno del confine nazionale, sono già presenti possibili candidati idonei alla ricerca di un posto di lavoro.

In secondo luogo, inoltre, dal conteggio sono esclusi i cittadini degli altri Stati della Comunità Europea per i quali, invece, è prevista la libera circolazione anche per motivi di lavoro.

Il numero di trasferimenti concesso può sembrare molto elevato, anche troppo, ma in realtà i nostri imprenditori sono sempre alla ricerca di nuovi dipendenti che, purtroppo, troppo spesso non riescono a trovare in Italia o in Europa e sono quindi costretti a fare richiesta nelle zone extra UE. 

Basti pensare, ad esempio, ai picchi di lavoro che si verificano nella stagione estiva e in quella invernale per colmare le richieste del settore del turismo. All’interno della quota totale di lavoratori ci saranno però alcune piccole differenze dal momento che vi saranno delle corsie preferenziali per chi appartiene a stati stranieri con cui l’Italia ha degli specifici accordi di cooperazione in materia del lavoro, per chi ha intrapreso in Italia un percorso di studi e formazione e per le richieste che vengono presentate dalle organizzazioni professionali di imprenditori, titolari d’azienda e datori di lavoro che si impegnano a concludere le varie assunzioni.

Ma cosa deve fare, allora, un imprenditore o una famiglia alla ricerca di un collaboratore familiare secondo il nuovo Decreto Flussi 2023?

Un imprenditore che voglia rivolgersi all’estero per assumere un dipendente e una famiglia che sia alla ricerca di un collaboratore domestico con il nuovo Decreto Flussi 2023 devono sottostare a delle regole e restrizioni più rigide e severe rispetto agli anni passati.

Per prima cosa, infatti, dovranno verificare all’interno delle Liste Ufficiali dei Centri per l’Impiego se non esistono delle persone regolarmente iscritte che siano alla ricerca di un lavoro simile a quello da loro proposto. In caso di risposta affermativa, dovranno iniziare l’iter per una possibile assunzione di questi soggetti. 

Solo in caso negativo potranno impiegare delle persone residenti all’esterno della Comunità Europea. L’ANPAL (l’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro) ha già predisposto una nota operativa che chiarisce con precisione come debba essere eseguita questa procedura e ha già affermato che a breve verrà reso disponibile un apposito modulo da compilare per effettuare la richiesta agli uffici di zona competenti in modo tale che tutte le verifiche vengano eseguite in maniera tempestiva e uniforme sull’intero territorio nazionale. All’interno di questa documentazione, comunque, sarà chiaramente indicato che sarà obbligatorio dare sempre prima la precedenza ai lavoratori appartenenti alla Comunità Europea e solo dopo si potranno valutare i possibili candidati esteri.

Sul ruolo dei vari Centri per l’Impiego, però, alcuni ha già espresso qualche dubbio dal momento che la loro attività è, ad oggi, estremamente limitata e ridotta, ma anche questo può essere un modo per rendere questi Enti Pubblici più incisivi e utili per la comunità.

Le anticipazioni su questo decreto che sono state date dal Consiglio dei Ministri sul finire del 2022 non lasciano intendere nulla, però, su come i datori di lavoro si dovranno comportare nei confronti di chi, ad oggi, percepisce ancora il reddito di cittadinanza. Molti, infatti, si chiedono se sarà obbligatorio verificare se tra queste persone ve ne siano di idonee per lo svolgimento delle mansioni richieste così da permettere loro di reimmettersi nel mondo del lavoro. Certo è che il periodo di tempo per il quale si ha diritto a percepire il reddito di cittadinanza è stato ridotto a soli sette mesi e si perderà il suo beneficio nel caso in cui si decida di rifiutare una proposta di lavoro. 

Altra grande novità in merito introdotta dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni è che questa proposta non deve necessariamente essere congrua con il proprio profilo professionale perché non è corretto, a suo dire, che delle persone ‘vivano alle spalle della comunità nell’attesa del lavoro dei propri sogni’. Probabilmente, quindi, i datori di lavoro dovranno solo rispettare gli accordi dei contratti di categoria professionali.
I documenti che il datore di lavoro dovrà presentare sono i seguenti:

  • visura camerale;
  • DURC;
  • ultimo bilancio dell’impresa;
  • documenti personali del datore di lavoro e relativi contatti;
  • ultimo modello UNICO;
  • indicazioni relative al contratto che verrà stipulato (CCNL, orario di lavoro, retribuzione…);
  • documenti relativi alla tutela della privacy;
  • numero attuale di dipendenti dell’azienda;
  • indicazione del Consolato in cui verrà effettuata la richiesta;
  • marca da bollo da 16 €.

I documenti, invece, relativi al lavoratore sono:

  • passaporto;
  • certificato di idoneità abitativa e indirizzo in Italia.

Per avere nelle informazioni più precise in merito sarà necessario attendere la pubblicazione ufficiale che speriamo avverrà quanto prima.

Alcune date e scadenze da tenere come riferimento

Per ora si hanno ancora poche indicazioni in merito alle tempistiche e alle date da rispettare per procedere alla presentazione della documentazione necessaria.

Una volta pubblicato il decreto flussi in gazzetta i datori di lavoro potranno cominciare a compilare le loro domande di nulla osta per assumere dei lavoratori stranieri (naturalmente dopo aver effettuato la verifica presso i Centri per l’Impiego). La presentazione potrà essere effettuata sia cartacea sia online. Quanto prima, verranno fornite tutte le indicazioni precise.

Le richieste verranno prese in considerazione dall’Ufficio Immigrazione e dall’ANPAL in base all’ordine di protocollo così da identificare il lavoratore idoneo a coprire la mansione. Una volta arrivati alla scelta del candidato, il datore di lavoro e lo straniero verranno convocati per la consegna del nulla osta e la firma del contratto di lavoro. Solo in questo momento la persona potrà entrare in Italia e rimanervi fino a tutta la durata del rapporto lavorativo.

Le disposizioni urgenti per la gestione dei flussi migratori

Il nuovo sistema sanzionatorio

All’interno del Decreto Flussi 2023 è stato definito anche il nuovo sistema sanzionatorio applicato a chi organizzerà le traversate con i barconi dai paesi stranieri d’origine alle diverse coste italiane. In passato, infatti, questi erano soggetti a delle sanzioni di tipo penale mentre con la nuova normativa saranno di tipo amministrativo Questo prevederà l’applicazione di una multa in denaro e il fermo dell’imbarcazione. Nel caso in cui, poi, si dovesse presentare la reiterazione del reato, la barca verrebbe sottoposta a sequestro cautelare e, successivamente, a confisca. Delle pene specifiche sono previste anche per i comandanti e gli armatori che si dovessero rifiutare di collaborare e fornire tutte le informazioni necessarie per la ricerca dei migranti eventualmente dispersi in mare o per il loro soccorso. 

L'importanza di rivolgersi alla consulenza di professionisti seri e preparati nel settore della migrazione

Se hai la necessità di assumere dei dipendenti e stai pensando di rivolgerti a dei paesi stranieri o se, invece, sei un cittadino che risiede in una zona extra UE e sei interessato a intraprendere un percorso lavorativo come dipendente o imprenditore libero professionista in Italia, sarà meglio rivolgerti a degli studi di consulenti preparati specificatamente nel settore del diritto sulla migrazione.

‘Servizio per Migranti Roma’ opera a Roma opera ormai da diversi anni con molto successo. Siamo un gruppo di legali specializzato proprio nel settore delle migrazioni, della documentazione e delle problematiche connesse con tali flussi di persone. Siamo in grado di fornire un supporto completo e totale a tutti quegli imprenditori che debbano assumere nelle loro aziende dei cittadini stranieri, alle famiglie che siano interessate a introdurre nelle loro case dei collaboratori domestici, a chi debba aggiornare il proprio permesso di soggiorno o a chi, invece, voglia finalmente consentire l’arrivo della propria famiglia in Italia. 

Insomma, offriamo una consulenza completa, professionale e sempre aggiornata secondo le nuove disposizioni di legge a tutti i soggetti coinvolti e interessati ai flussi migratori.

Lo studio legale Servizi per Migranti Roma, ti seguirà costantemente per tutto l’iter procedurale consentendovi di ricongiungervi con i vostri cari senza complicazioni e nei tempi giusti.

Pensiamo a tutto noi!

Il nostro studio legale seguirà l’intera procedura di richiesta di ricongiungimento familiare, dalla presentazione dell’istanza per il nulla osta con la Prefettura fino all’ottenimento del permesso di soggiorno per motivi familiari in Questura, offrendo il seguente supporto:

  • analisi della documentazione necessaria alla presentazione dell’istanza di ricongiungimento familiare;
  • presentazione dell’istanza di ricongiungimento familiare in modo corretto (basta un piccolo errore e la pratica viene rigettata);
  • immediata risoluzione di eventuali problematiche con la Prefettura e la Questura;
  • aggiornamento costante al cliente sullo stato della procedura.
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