L’ottenimento della cittadinanza italiana ius sanguinis prevede che il discendente di un emigrato italiano, che non abbia ottenuto la cittadinanza straniera, può rivendicare a sua volta lo status di cittadino italiano.
Questo principio cardine è disciplinato dalla Legge n. 91 del 5 febbraio 1992 e prevede, per l’appunto, che potrà essere riconosciuto come cittadino italiano per nascita il figlio di genitori italiani. Da ciò ne consegue che i discendenti di seconda, terza, quarta e ulteriore generazione siano dichiarati cittadini italiani per filiazione.
Questa fattispecie, specialmente in passato, ha riguardato moltissimi avi di origine italiana nati nei Paesi di antica emigrazione, quali ad esempio Canada, Brasile, Argentina, Australia, ecc.
A seguito dell’intervento della Corte di Cassazione, con una nota Sentenza a Sezioni Unite del 2009, oggi possono avanzare in via giudiziale richiesta della cittadinanza italiana jure sanguinis anche i discendenti per via materna nati prima del 1948, ovvero dell’entrata in vigore della Costituzione.
Cos'è la cittadinanza italiana iure sanguinis
Si tratta di una procedura che permette ai cittadini stranieri di ceppo italiano di ottenere lo status di cittadino italiano. L’iter si rivela complesso, in quanto implica non solo determinate conoscenze giuridiche e di natura tecnica, ma anche tempi che non sono così brevi come si possa immaginare.
Ai fini dell’ottenimento della cittadinanza italiana secondo il principio dello ius sanguinis viene richiesto che i discendenti dell’avo italiano, incluso lo stesso interessato, non abbiano mai perso la cittadinanza italiana. Il possesso dello status va inoltre dimostrato presentando alle autorità competenti tutta una serie di documenti.
Una volta conseguita la cittadinanza da parte del genitore, anche i figli minori potranno acquisire questo status senza procedimenti aggiuntivi. Il fatto che il figlio sia presente o meno sul territorio italiano resta irrilevante. A seguito della trascrizione dell’atto di nascita su richiesta del genitore, infatti, si procederà con gli adempimenti all’anagrafe o all’aire, rispettivamente se il figlio è residente in Italia oppure all’estero.
Quali sono i requisiti per ottenere la cittadinanza italiana iure sanguinis
Per poter affrontare con successo la prescritta procedura volta all’ottenimento della cittadinanza iure sanguinis è importante verificare la posizione del soggetto interessato per capire se questi soddisfi o meno i requisiti soggettivi previsti dalla legge.
In aggiunta alla discendenza da soggetto italiano, ovvero dell’avo emigrato, ulteriore requisito da soddisfare per poter conseguire la cittadinanza iure sanguinis è l’assenza di interruzione nella trasmissione di questo status. In buona sostanza occorre la mancata naturalizzazione del dante causa italiano prima della nascita del figlio, nonché dei sui discendenti in linea retta.
In altre parole bisogna dimostrare che la catena di trasmissione della cittadinanza non sia stata mai interrotta nel corso degli anni, così come previsto dalla Circolare del Ministero dell’Interno K28 dell’8 aprile 1991.
Il requisito, pertanto, verrà meno quando i discendenti da avi emigrati hanno rinunciato alla cittadinanza a norma dell’articolo 7 della Legge 555 del 1912, anche in presenza della doppia cittadinanza.

Presentazione della domanda
Una volta che vengono soddisfatti i presupposti richiesti dalla legge, la domanda per l’ottenimento della cittadinanza italiana iure sanguinis può essere presentata scegliendo fra due distinte modalità, che richiedono modi e tempi differenti.
La prima soluzione di natura amministrativa consiste nel predisporre e presentare un’apposita istanza all’autorità consolare e al sindaco del comune di residenza, rispettivamente se l’interessato risiede all’estero o sul territorio italiano. In quest’ultima ipotesi, al fine di conseguire anche l’iscrizione all’anagrafe ai fini della presentazione dell’istanza non è indispensabile allegare il permesso di soggiorno. Basta infatti una dichiarazione di presenza, così come chiarito dalla Circolare del Ministero dell’Interno n. 32 del 13 giugno 2007.
Altro iter da seguire per la presentazione della domanda è quello giudiziario. Stavolta occorre presentare un ricorso dinanzi al Tribunale civile di Roma con l’assistenza di un legale abilitato nel caso di discendenti in linea materna che sono nati anteriormente al 1° gennaio 1940. La medesima procedura trova applicazione anche quando presso il Consolato competente a ricevere la domanda amministrativa sono pendenti numerose domande e ciò provoca lunghe attese per convocare i discendenti. A tal proposito vasti pensare al Consolato di San Paolo che, per la convocazione degli interessati, richiede 12 anni.
Documenti che bisogna presentare
Alla domanda per l’ottenimento della cittadinanza italiana iure sanguinis bisogna allegare tutta una serie di documenti, ovvero:
- copia dell’atto di nascita dell’avo italiano emigrato all’estero, che viene rilasciato dal Comune italiano nel quale egli nacque;
- atti di nascita integrali di tutti i discendenti in linea retta, assieme a quello del soggetto che rivendita la cittadinanza italiana;
- atto integrale di morte dell’antenato italiano. Si tratta di un documenti particolarmente importante quando il soggetto si è coniugato in Italia, e di conseguenza l’atto di morte è il solo che comprova la sua presenza nel Paese straniero;
- atto di matrimonio dell’avo italiano emigrato all’estero e quelli di matrimonio dei suoi discendenti in linea retta, incluso quello dei genitori del soggetto che rivendica la cittadinanza italiana;
- certificato, che viene concesso dalle autorità competenti dello Stato straniero, che attesta la non acquisizione della cittadinanza del Paese estero di emigrazione da parte dell’avo a suo tempo emigrato dall’Italia prima della nascita dell’ascendente dell’interessato;
- copie autentiche di eventuali atti di separazione o divorzio, nonché delle sentenze che riguardano le persone che richiedono la cittadinanza;
- in caso di figli nati fuori dal matrimonio, la cui nascita è stata registrata soltanto dal genitore che non trasmette lo status di cittadino italiano, sarà necessaria una scrittura pubblica con la quale l’altro genitore, cioè quello di sangue, attesa di essere la madre o il padre biologico del figlio concepito fuori dal matrimonio;
- certificato di residenza in caso di domanda amministrativa che viene presentata in Italia;
- altri atti, da valutare in base alla situazione specifica del richiedente.
Si precisa inoltre che tutta la documentazione estera deve poi essere tradotta in lingua italiana e provvista di relativa autorizzazione consolare, o Apostille quando lo Stato interessato è aderente alla Convenzione dell’Aja, ai sensi del DPR 445 del 2000.
Quali sono le tempistiche per ottenere la cittadinanza italiana iure sanguinis
In tema di conseguimento della cittadinanza iure sanguinis le tempistiche giocano un ruolo determinante, perché non sono mai così rapide come spesso si ritiene. Sul punto è bene far presente che l’attesa può variare molto in base a come viene presentata la domanda, ovvero se il diritto viene fatto valere in via amministrativa o giudiziale.
A sua volta la cittadinanza jure sanguinis in via amministrativa prevede un’attesa più o meno lunga in base a come viene presentata la stessa domanda. Quando, ad esempio, il giudizio viene intrapreso personalmente in Italia, tutto dipende dal Comune presso il quale è stata incardinata la pratica. In buona sostanza la fine della procedura dipende da quanto tempo impiega il Comune a ricevere dai Consolati competenti l’atto di non rinuncia alla cittadinanza da parte dei discendenti dell’avo italiano.
Nelle ipotesi di presentazione della domanda all’estero, invece, le tempistiche variano in base al Consolato. Come anticipato, quando l’iter viene intrapreso presso il Consolato San Paolo, si stima che per la convocazione occorrono non meno di 12 anni. Anche presso altri Consolati brasiliani l’attesa è molto lunga, per questo l’interessato ha tutto il diritto di procedere giudizialmente presso il Tribunale civile di Roma, così da vedersi riconosciuto lo status di cittadino italiano direttamente dal giudice. Ecco, perché è sempre preferibile scegliere la strada giudiziale per il riconoscimento della cittadinanza via paterna.
In situazioni di questo tipo l’attesa per conseguire definitivamente la cittadinanza italiana iure sanguinis è comunque legata a fattori più o meno ponderabili, anche perché il processo potrà svolgersi in un paio di udienze al massimo e il giudice potrà fissare eventualmente nuove comparizioni a distanza di pochi mesi. In ogni caso possono comunque verificarsi situazioni particolari, ad esempio sostituzioni di giudici oppure altri eventi non prevedibili che rallentano il giudizio.
Allo stato attuale i tempi per ottenere la cittadinanza italiana iure sanguinis in via giudiziale sono di circa un anno e mezzo, ma su questo lasso di tempo influiscono sempre alcune variabili, come il giudice che viene designato e alcune dinamiche processuali che non dipendono direttamente dalle parti.
Altre cose da sapere sulla cittadinanza italiana iure sanguinis
Molte persone si domandano se in qualche modo la procedura per ottenere la cittadinanza iure sanguinis possa essere in qualche modo velocizzata. La prima cosa da sapere è che l’iter si rivela abbastanza complesso per questo è fondamentale affidarsi a mani esperte, ovvero ad avvocati con comprovata esperienza in materia di cittadinanza, in grado di offrire ampia assistenza e di monitorare con attenzione tutte le fasi dell’iter in modo da sollecitare nel momento in cui, ad esempio, la pratica dovesse rimanere bloccata a lungo.
Prima ancora di presentare la propria domanda è quindi determinante nominare un avvocato per essere sicuri che gli atti che bisogna allegare alla domanda siano non solo corretti, ma anche completi, visto che la richiesta di integrazione documentale comporta rallentamenti significati della procedura. Quando infatti il funzionario si occupa di verificare la domanda presentata e dovrà arrestare il suo lavoro per mancanza di informazioni oppure perché manca un certificato, metterà la pratica da parte per iniziare con una nuova, quindi è fondamentale presentare la richiesta in maniera conforme a quanto previsto dalla normativa vigente.
La burocrazia è quindi abbastanza complessa da gestire anche per gli stessi cittadini italiani per questo è importante farsi assistere da veri professionisti esperti in diritto dell’immigrazione. Si ricorda che sono numerosi gli stranieri che intendono conseguire regolarmente la cittadinanza italiana iure sanguinis ma che all’atto della presentazione della domanda riscontrano molti problemi di natura pratica, ma soprattutto tecnici.
Considerazioni finali
Alla luce di quanto spiegato, per ottenere la cittadinanza italiana iure sanguinis occorre affrontare una procedura abbastanza articolata e allegare alla domanda tutta una serie di documenti in modo corretto. Le tempistiche inoltre possono essere più lunghe del previsto, anche quando viene instaurato un giudizio, in quanto possono verificarsi tutta una serie di vicende processuali che sfuggono al controllo delle parti.
Per essere sicuri di ottenere lo status di cittadino italiano evitando rallentamenti ingiustificati o integrazioni documentali, è sempre importante richiedere il supporto di avvocati esperti, ovvero scegliere i servizi offerti dallo studio legale Servizi per Migranti Roma, che seguirà l’interessato nel corso di tutta la procedura per portare a termine la pratica, evitando ogni complicazione.
L’istante non dovrà preoccuparsi di nulla, perché sarà lo studio legale a seguire il giudizio, dalla presentazione dell’istanza amministrativa o del ricorso, fino alla registrazione all’anagrafe presso il Comune competente. Nello specifico, il cliente potrà contare sui seguenti servizi:
- studio accurato della propria posizione;
- analisi della documentazione necessaria ai fini della presentazione della domanda amministrativa o del ricorso presso il Tribunale civile di Roma;
- immediata risoluzione di eventuali criticità con la Questura e la Prefettura;
- aggiornamento costante sullo stato della pratica.
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